mercoledì 30 marzo 2011

Racconto " Domenica liberatoria" di Luca Pinna




Domenica liberatoria

Domenica mattina, ore undici e trenta. Il sole dalle tapparelle mi acceca e la testa  mi gira come fosse una giostra . Un uomo mi dorme accanto, ed io  accanto a lui completamente nuda. Non ricordo nulla, Il vino di ieri sera ha fatto il suo corso, e lui sicuramente poi tutto il resto. Fabrizio? o forse Maurizio, cazzo non mi ricordo nulla, ha ragione mia madre, sono un’incosciente, porto la gente a casa senza neanche sapere chi sia. Ecco ecco, ora ci sono, Maurizio, quel tipo che ieri mi è rimasto appiccicato per tutta la serata. Dio che imbarazzo, e adesso quando si sveglia cosa gli dico?  Magari con aria disinvolta potrei chiedergli. << Ciao, ti faccio un caffè? >> No no no , così  passerei per  una cretina, una abituata a certe situazioni. Cosa sarà successo stanotte? Ma che domande idiote mi pongo, la sera prima mi ubriaco, il giorno dopo mi risveglio a letto nuda accanto ad un uomo nudo, cosa sarà accaduto, di certo non avrò fatto le parole incrociate. La stanza sembra un campo di battaglia, i miei e i suoi vestiti sono sparsi dappertutto, lui dorme ancora profondamente, sembra un bambino. Quando si sveglierà sono certa che non crederà mai alla mia buona fede, e che certe cose non le faccio per abitudine, ma si, chi se ne frega, ora l’unica cosa che vorrei più di ogni altra, è che non ci fosse, ma come faccio, potrei svegliarlo e chiedergli di andarsene di fretta con la scusa che sta arrivando mia madre, troppo banale, la realtà è che sicuramente abbiamo fatto sesso, del resto a 34 anni ci sta, sono una donna libera ed indipendente, certe cose possono capitare. Oddio siamo alle solite, maledetti sensi di colpa, ma è mai possibile che debba sentirmi perennemente in difetto per tutto ciò che faccio? Dice bene quella pazza di Beatrice, “Ti fai troppe pippe mentali, lasciati andare, divertiti …” Giusto!! Ha ragione lei, debbo liberarmi una volta per tutte di questa zavorra mentale che  limita tutte le mie emozioni, andando avanti così diventerò una zitella acida. Vedo riflessa allo specchio di fronte al letto l’insolita immagine di me accanto ad un uomo nudo, lo stesso che con ogni probabilità una manciata di ore fa mi ha posseduta, perché dovrei rifiutarla? Respingerla significherebbe rigettare l’idea di sentirmi come tutti gli altri. Debbo smetterla di far decidere tutto alla mia parte conscia. L’idea che abbia ceduto ad un uomo solo attraverso un bicchiere di vino mi fa incazzare, dovrei essere fiera d’essere qui, nuda con un maschio accanto e tutto il resto, qualsiasi cosa sia accaduta. Si, ho deciso, appena si sveglia gli chiederò nella maniera più disinvolta possibile se vuole un caffè. Non c’è nulla di male, eppoi seppure lo pensasse, poco mi interessa. Certo che è davvero un bellissimo ragazzo, magari stanotte avrà dato il meglio di se, peccato che io non ricordi nulla. Ma la domenica è lunga, siamo appena a fine mattinata …. Fuori c’è il sole, io sono serena, lui è accanto a me, ma soprattutto, mia madre vive così talmente lontano da non avere nessuna necessità di venire a trovarmi di domenica mattina, una domenica  che ho deciso riserverò per colmare emozioni per troppo tempo represse.    
     

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