Il vecchio stanco
Questa è la breve storia di un vecchio uomo che vagava a piedi nudi senza meta in una campagna da lui un tempo tanto amata, lì dove, proprio ottanta primavere prima, aveva conosciuto le grandi emozioni dell’amore e dove per la prima volta gli batte veloce il cuore credendo di aver conquistato il mondo.
Stringeva forte tra le mani nodose, l’inseparabile bastone di ciliegio suo unico compagno di tante avventure, impareggiabile sostegno dei suoi stessi anni.
Passeggiava assorto nei i suoi pensieri, gli facevano compagnia i ricordi belli degli anni andati nel tempo in cui le ossa lo sostenevano per ore e ore senza sosta e i suoi muscoli erano forti ed impetuosi.
Talvolta incespicava, traballava, ma la vigoria nelle gambe non lo avevano ancora abbandonato del tutto, affannosamente proseguiva riconquistando geloso i suoi pensieri dove li aveva lasciati.
Nel cielo il sole era incandescente, ciò nonostante lo accompagnava rispettoso dei suoi anni con amore senza ferirlo, l’erba alta mossa dal vento pareva spostarsi cortese ad ogni suo incedere.
Di tanto in tanto si arrestava, ne rimuoveva un ciuffo e ad occhi chiusi la baciava, ne aspirava forte il profumo intenso a pieni polmoni a fronte alta verso il cielo.
I colori intorno a lui erano radiosi più del solito, e se ne compiaceva come fossero stati dipinti su una tela da lui stesso.
Coll’alzarsi del sole le tonalità del verde dei campi assumevano gradazione esaltanti mescolandosi con grazia naturale al giallo acceso del grano che sottile sfumava nell’orizzonte blu del cielo.
In quegli istanti il vecchio uomo sentiva che la felicità gli apparteneva, proprio come accadde tante primavere prima.
Poi si sentì stanco e si fermò, come un bambino si sedette su un morbido cuscino d’erba, fece un lungo sospiro, pensò a Dio, allora si sdraiò, poggiò le spalle a terra, guardò in alto il cielo azzurro ornato dalle bianche figlie che fluttuavano libere offrendo spazio alla fantasia del vecchio uomo.
Le osservava spostarsi garbate tra di loro, incrociarsi una sull’altra dando vita a forme dotate di bellezza rara, in loro si compiaceva di immaginarci cavalli marini, gioiosi delfini, il volto della sua prima emozione.
Il vecchio uomo così stanco si commosse, in quegli istanti per lui quello era il dono più desiderato che la natura potesse fargli.
Gli occhi umidi si socchiusero, si lasciò trasportare ad un sonno sereno.
Il sole iniziò il suo lento declino celandosi dietro i campi di grano, fino ad illuminarli sfiorandone le punte, così si spense un’altra magia.
Ancora una volta al termine di un lunghissimo giorno denso di emozioni, al vecchio uomo qualcuno aveva consegnato in dono un sogno, con gli stessi colori… gli stessi profumi… le stesse passioni…
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